AMAZON è un’azienda che tutti conoscono, ma di cui nessuno sa niente. Sappiamo che AMAZON è un sito dove si comprano le cose, che sta in America, che è stata fondata da Jeff Bezos e che Bezos è un riccone universale.
Esattamente come il Paradosso della Gioconda (cfr. Roberto Mercadini), tutti sanno che è un quadro che sta al Louvre di Parigi, che è stato dipinto da Leonardo da Vinci e che Leonardo è un genio universale.
Ma pochi sanno che la Gioconda fu dipinta su tavola di pioppo bianco e non su tela, perché il supporto preferito da Leonardo era il legno, a volte di pioppo altre di noce. Inoltre Leonardo la portò con sé in Francia, donandola in seguito al proprio discepolo prediletto Gian Giacomo Caprotti da Oreno, detto il Salai, che la vendette a peso d’oro al re di Francia, Francesco I. Non fu quindi Leonardo a venderla ai francesi.
Tornando ad AMAZON, Jeff Bezos il 5 luglio 2021, ha ufficializzato la nomina di Andy Jassy come suo successore nella carica di amministratore delegato. Jassy ha raccontato che, nella seduta del 26/04/1999, le azioni Amazon, che vendeva solo Libri e CD, toccarono la quotazione di 110 dollari. In una seduta dell’ottobre del 2001 scesero a 5,5 dollari. Per inciso ora sono a circa 3.310 dollari. All'epoca il crollo della new-economy causò la chiusura di molte startup digitali e Amazon sembrava essere destinata a fare la stessa fine.
Ancora nel 2001 #AMAZON VENDEVA UNICAMENTE I PROPRI PRODOTTI e non poteva competere con giganti come eBay, quindi era il momento di decidere se permettere ad altre aziende di vendere i loro prodotti sulla piattaforma Amazon.
Molti dirigenti si opposero ad un cambiamento tanto radicale, ma Bezos e il suo braccio destro #AndyJassy decisero di PERMETTERE A PARTI TERZE DI VENDERE purché mettessero al centro il Cliente, dal momento in cui effetua l'ordine a quello in cui si ritira la merce, passando per i resi, creando un'USER EXPERIENCE unica al mondo.
Questa scelta pose le basi per il successo planetario dell'azienda. Ora all’interno del sito Amazon (marketplace) quasi la metà delle unità vendute al dettaglio sono prodotti di venditori terzi, ma il grosso è costituito da prodotti Amazon(cloud), pertanto Bezos può essere in concorrenza con chi vende sul suo mercato virtuale. Inoltre, come sanno benissimo i ”venditori terzi”, Amazon richiede una percentuale (circa il 15%) sul valore del prodotto venduto.
Per comporre l'immagine della Gioconda-Amazon, ho preso il pittogramma di Amazon (che contiene due significati in uno: sorriso stilizzato e la freccia dei corrieri), poi l'ho inserito al posto dell'enigmatico sorriso della Gioconda, per sottolineare i due "enigmi"... In realtà nel pittogramma di Amazon ci vedo un terzo significato benaugurante: la curva del fatturato che cresce; come diceva Raymond Loewy, uno dei più grandi designer del XX secolo, "amo le curve, ma quella che preferisco è quella del fatturato che cresce"
Amazon nasce tra il 1994 e il 1995 a Bellvue, un sobborgo di Seattle, nello stato di Washington. All'inizio si specializza nella vendita su internet di libri, musica e videogames.
Bezos è appena trentenne e subito chiama la sua creatura Cadabra, ma il nome a molti suona “cadaverico”, fortunatamente lo sostituisce con Amazon perché il Rio delle Amazzoni è il bacino idrografico più grande del mondo e lui intende costruire la libreria più grande del mondo.
La crescita dell'azienda è esponenziale e Jeffrey Preston Bezos, nel 1999, conquista la copertina di TIME, la più prestigiosa al mondo.
Nel 2000 esplode la bolla speculativa delle “dot(.)com” sul mercato NASDAQ e Amazon rischia di scomparire.
Come detto nel 2001 Bezos ed il suo collaboratore Andy Jassy decidono di rivoluzionare la strategia: PERMETTERE A PARTI TERZE DI VENDERE SU AMAZON, facendo concorrenza ad eBay, ma continuando a vendere in proprio libri, musica, videogames e altro, molto altro...
Senza esplicitarlo, da subito, Bezos oltre ad eBay, mette nel mirino anche il gruppo Walmart (una specie di Gruppo Coop Alleanza moltiplicato 40 volte).
Ricapitolando, tutti vengono invitati a vendere tutto sul “marketplace” Amazon, ma chi entra deve rispettare i VALORI di Amazon.
Già, ma quali sono questi valori? Bezos li ripete ad ogni intervista:
- SONO OSSESSIONATO DALLA CUSTOMER EXPERIENCE e lo stesso mindset lo devono avere quelli che vogliono vendere su Amazon.
- Referenze: Chiedo sempre al cliente quello che ha apprezzato nel passato e quello che lo ha disgustato.
- Facilità d’uso, nel momento dell'ACQUISTO: il sito deve essere molto intuitivo, ci deve navigare facilmente anche chi ha il celvello in pausa.
- Prezzi bassi: “mentalità low cost”, non si diventa low cost, si nasce low cost.
- Informazioni: il cliente deve avere tutte le informazioni che gli servono per effettuare l’acquisto consapevole, Amazon non ha nulla da nascondere.
- Ottimo servizio clienti, soprattuto nel POST VENDITA (Customer Care): tracciamento costante del prodotto e restituzione immediata se non si è soddifatti.
È sempre bello ascoltare e leggere chi oggi, soprattutto in Italia, scopre questi VALORI, d'altra parte è sempre una novità ciò che non si conosceva prima, anche se si tratta di concetti sedimentati nel tempo. Meglio tardi che mai. Sempre che si riesca ad interiorizzarli e a metterli in pratica...
Jeff Bezos narra che un giorno del 1994, mentre si occupava di hedge fund, notò che le aziende della new economy quotate sul mercato NASDAQ stavano realizzando una crescita del 2.300%, questo fatto gli fece scoccare la scintilla: “Perché non mi metto a vendere anch’io su Internet? Già, ma cosa?”. Dopo un po’ di notti insonni arrivò ad una conclusione: "in tutto il mondo esistono 3 milioni di titoli di libri da vendere, un quantità enorme, solo il Web può contenerli tutti. Inoltre esistono più di 200.000 CD musicali, anche in questo caso l’unica vetrina in cui possono essere trovati e Internet. I libri li conoscono tutti, ma nessuno riesce a venderli come si deve. Ci provo, mi butto". Bezos lo descrive come “un periodo di eccitazione continua”
Nel 1997, dopo soli 3 anni, Amazon commercializzava più di 1,5 milioni di titoli di libri. Il tutto senza fare pubblicità sui mezzi tradizionali, tranne nel 1996, quando per un breve periodo apparve qualche annuncio sul New York Time.
Bezos fece semplice considerazione: “visto che Amazon è una Web Company al Web devo affidare la pubblicità” e investì sui 40 siti più visitati degli States, a prezzi molto bassi. Mentre sui mezzi tradizionali: radio, TV e giornali cercò in tutti i modi un’esposizione mediatica facendosi intervistare... senza spendere un dollaro. Poi puntò sul passaparola, sicuro che la qualità del servizio di consegna veloce dei libri avrebbe sorpreso l’utente medio (il famoso effetto WOW).
Nella seconda metà degli anni ‘90 Google non esisteva e se volevi entrare un sito dovevi digitare perfettamente l’URL (http:// ecc. ecc) Bezos decise di usare un banner con su scritto, più o meno: “SIAMO UNA LIBRERIA, CLICCA” e si atterrava su AMAZON. Oggi è banale, ma allora fu una trovata che stupì tutti perché le immagini non contenevano link, ma “MACRO”.
Altro argomento Low Cost caro a Bezos la logistica: “I costi che andremo ad assumere per l’apertura di nuovi megadepositi non sono paragonabili all’aprire tanti negozi in giro per gli Stati Uniti, come fa Walmart. Ora pago 3 $ a mq per l’affitto di ogni Centro di Distribuzione in periferia, se seguissi la politica Walmart dovrei avere i negozi in centro e li dovrei comprare pagandoli 70 $ a mq. Farei una cattiva matematica se ragionassi così”.
Sul rischio del cambiamento: “Non abbiamo nessuna garanzia che AMAZON sopravviverà, ci stiamo buttando su nuovi prodotti e nuove aree geografiche ma è rischioso".
A chi lo criticava per non avere una storia né una specializzazione: “Non credo di essere arrogante nel pensare di vendere prodotti di cui non mi sono mai occupato prima, rispetto le aziende che hanno esperienze decennali. Di libri e di musica, non ne sapevo nulla, però ho assunto gente superesperta e supercompetente in ogni settore e ora siamo i primi, lo stesso vale per i giochi elettronici. E’ una questione d’impegno nei confronti dei clienti, non rilasciamo mai una nuova linea di prodotti prima che sia pronta”.
Nel 1999, Amazon aveva 3000 dipendenti e 12 depositi (chiamati FC, Fulfillment Center),strategicamente disseminati negli USA per arrivare più velocemente a casa dell’acquirente. Entro il 2022 i dipendenti saranno circa un milione e mezzo, mentre i centri di distribuzione sono attualmente 185 nel mondo, di cui 77 in Europa: 22 in Germania, 21 in Gran Bretagna, 10 in Francia, 8 in Spagna, 7 in Polonia e solo 5 in Italia. Come si vede Amazon ha sempre investito con riluttanza in Italia, a causa dei radicati pregiudizi che hanno gli investitori americani: la lentezza della giustizia, le mafie, la sindacalizzazione ideologica e non pragmatica (notizia di questi giorni è, al contrario, la firma di un accordo nazionale tra Amazon e i tra sindacati storici italiani).
All’interno dei Fulfillment Center Amazon sono state concepite rivoluzionarie soluzioni logistiche, un esempio? Per evitare confusione al magazziniere, la singola maglietta NON si trova con altre magliette, ma con i rasoi, i giocattoli e le lavastoviglie, dunque sarà proprio quella maglietta ad arrivare al cliente.
Durante un’intervista televisiva Bezos spiegava: “Se sei ossessionato dalla soddisfazione del cliente sarai sempre primo... Nel lungo periodo non c’è nessun disallineamento tra interessi del cliente e quello degli azionisti. Questa è la mia mentalità e la mia convinzione”.
Presto apriranno ovunque i negozi tradizionali (store brick&mortar) a marchio Amazon, anche in centro città. Ma non è una sorpresa -la prima libreria fisica, Amazon Books, è stata lanciata con successo a Seattle già nel 2015- Bezos aspetta che il Mondo sia "web ready" per completare la sua vision: “online e negozio fisico, uniti per più occasioni di acquisto”. La rete fisica a supporto dell'online è sempre esistita, in futuro sarà ancora più integrata. Esiste già da molto il Click&Collect, prima esploro online, scelgo, ordino e vado nei Punti di ritiro (pick-up-point, Locker). Il contrario è lo Showrooming, vai nel negozio, provi il prodotto, il vestito, ricevi consulenza compri online. Il cliente che preferisce uscire di casa, va per il ritiro, ma anche per pagamenti in contanti. Sì, perché grazie ad un accordo con WesternUnion, Amazon accetta i contanti.
Attenzione! Il mondo sta diventando Web Ready e Amazon apre i negozi fisici? Sì perché Amazon ormai ha le spalle larghissime e si è accorta che:
- I punti di sofferenza sono notevoli anche per chi va in negozio e non solo per chi compra online (i vecchi acquisti per corrispondenza). Evidentemente Bezos, grazie ai suoi VALORI, ha la soluzione.
- Per Amazon oggi non c'è più differenza tra essere rivenditore fisico e rivenditore di e-commerce, TUTTO È COMMERCIO. Quindi tutti i modi in cui un cliente potrebbe voler fare acquisti vanno presidiati.
- I negozi fisici, lo Showrooming aiuterà Amazon a sfondare il mercato della moda, il settore in cui c'è più polpa, Zara, H&M e compagnia sono avvisate.
- I negozi fisici Amazono aiuteranno lo sviluppo dell'Ecosistema Amazon. Gli addetti potranno spiegare e far provare i servizi Amazon Echo, Alexa, Amazon Prime, AWS ecc.
- Ridurre i Costi di Spedizione, che negli ultimi 6 anni sono triplicati (incidono per 30 miliardi di $) e migliorare il processo di restituzione per i clienti. I negozi possono fungere da punti di ritiro per i clienti, quindi Amazon riduce i costi di consegna. Ancora meglio, attira i clienti in negozio e mentre stanno ritirando il loro ordine sono tentati di fare ancora più acquisti.
Altra cosa che pochissimi sanno è che il 58% delle entrate Amazon le realizza grazie ad AWS una sua creatura nata nel 2006 (12 anni dopo Amazon). Fedele al mindset di Bezos, AWS, che fornisce servizi di cloud computing, nasce con principi Low Cost: archiviazione, gestione, sicurezza dei dati, software e continuità, vengono erogati e pagati solo in base all’uso. Le aziende risparmiano sui costi operativi, gestiscono l'infrastruttura in modo più efficiente e ridimensionano le risorse in base all'evoluzione delle esigenze aziendali. In pratica Amazono è il maggior concorrente di IBM. È la stessa strategia di Coop Alleanza che fa i soldi veri con Igd e Unipol, oppure IKEA che marginalizza con ristoranti, bistrot e "negozio svedese".
Non si diventa Low Cost, si è Low Cost come dice Jean-Paul Tréguer. Purché ci sia una qualità minima accettabile. Le aziende, le organizzazioni, EXO (Exponential Organizations), LEAN, DISRUPTIVE, sono delle rielaborazioni del concetto LOW COST. Aziende che esistono da sempre Bic e IKEA ne sono l'esempio. Rayan Air, Easy Jet, Aldi, Dacia, Sandoz, Free Mobile, ecc. Hanno riprodotto quel tipo di organizzazione perché ne condividevano il mindset geneticamente.