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giovedì 31 maggio 2012

Il Perfezionista e il Perfezionismo

Per il perfezionista c'è sempre un modo migliore di fare le cose. In realtà è un perdente, un limitato che non avrà mai del genio. Si pensi al pittore Federico Barocci, che, prossimo al '600, ancora dipingeva alla maniera di Raffaello, sarà ancora più preciso e maniacale del sommo urbinate, ma quello è il suo limite, le suo opere perfette sono fuori tempo massimo.
L'imperfezione di Caravaggio sarà al contrario la sua grandezza, il suo Genio. Sarà il suo spirito rivoluzionario a traghettare la pittura dal Manierismo all'epoca barocca.

  • Il perfezionista è un pigro che ha deciso di rovinarsi la vita.

Il perfezionismo è richiesto in alcuni ambiti, guai se un neurochirurgo non fosse perfezionista. Per un imprenditore è un limite, porta alla paralisi da analisi. Al tempo stesso un capo deve avvalersi di esecutori perfezionisti e stopparli quando vanno oltre. Il leader non può permetterselo, come sosteneva Von Moltke: «nessuna strategia sopravvive al contatto con il nemico» tutti i piani saltano dopo 5 minuti di cannoneggiamento. Il prof. Alessandro Barbero aveva attribuito la frase a Napoleone ed io, a causa del mio perfezionismo, glielo rinfacciai nei commenti 😂 . Neanche il creativo può permettersi il perfezionismo. L'errore è un inizio di miglioramento, "bravo HAI SBAGLIATO -mi diceva la Prof. Erika Rosenthal Fuà- ora spiego a te ed alla classe l'errore e non lo farete più!" Se prendi l'errore come una testimonianza di inadeguatezza hai perso, perderai e farai perdere i tuoi sottoposti. I perfezionisti non hanno anticorpi o li hanno deboli, quindi fanno fatica ad adattarsi a realtà negative. Spesso sono pessimisti che attribuiscono agli altri le proprie sconfitte. La cultura solipsistica appartiene ad una generazione ben precisa, che non sa delegare e che non utilizza le sconfitte come anticorpi.

Solo quelli che sanno accettare difficoltà e sconfitte sviluppano gli anticorpi e superano le avversità.
Forse è un po' ingiusto dire che i perfezionisti siano dei pessimisti e quindi dei perdenti, hanno dei tratti di grande insicurezza, ma se non ci fossero loro gli aerei non sarebbero così sicuri e i computer non sarebbero stati realizzati. Quindi no, il perfezionista non è un perdente, ma sicuramente è un sofferente ed è uno che arriva sempre dopo gli altri.

Il perfezionismo non va a braccetto con l'innovazione. L'innovatore trova già vecchio quello che funziona. Il perfezionista invece ha la cura maniacale per il particolare, è un artigiano, l'innovatore è un Artista.


Mah, questa moda americana dei perdenti e vincenti, mi aveva annoiato già 30 anni fa, mia figlia tornando da scuola mi fa: "quella lì è una perdente"; io subito reagisco male e le impedisco di parlare in quel modo di una sua compagna.
Poi ci ripenso e cerco di capire, nella vita quotidiana non è giusto dare giudizi di questo tipo, ma sul lavoro? Nell'ambito degli affari? Avere dei colleghi o dei soci che t'incolpano dei loro errori ogni momento è soffocante, diventano dei vampiri energetici, o più semplicemente sono degli sciocchi.

Quali sono gli atteggiamenti che appartengono a queste due categorie?

L'atteggiamento Vincente:
  • Potrebbe essere difficile, ma è possibile.
  • Sono ottimista perché curo il fanciullino che è in me.
  • Penso già al guadagno ed ai vantaggi.
  • Penso ai piani per sviluppare l'azione.
  • Faccio di tutto affinché le cose accadano.
  • Azioneee! Inizio l'avventura poi vediamo cosa esce fuori.
  • Riconosco ed accetto gli errori.
  • Faccio le cose al meglio, prima per me stesso poi per gli altri, a fare le cose bene o male ci vuole lo stesso tempo. Devo tendere alla perfezione, ma non diventarne schiavo.
I Perdenti:
  • Potrebbe essere possibile, ma troppo difficile.
  • Penso già ai dolori.
  • Penso già ai problemi.
  • Lascio che le cose accadano.
  • Devo essere perfetto, inattaccabile dagli altri, perdo un sacco di tempo a levigare e lucidare, così tutti pensano che lavoro meglio degli altri.
  • Non do confidenza, mi do un tono, faccio da solo.
Paradossalmente quello che unisce Perdenti e Vincenti è che entrambi possono essere perfezionisti.


Negli affari invece il mood è spietato: non si fa catenaccio, non si pareggia, o vinci o chiudi.

Aleandro Fanucci