🔸 "Piuttosto che": l’errore comune non fa (sempre) norma
In linguistica si sente spesso citare l’adagio latino “error communis facit ius”, ovvero: "l’errore comune fa legge". Ma non sempre è così.
Soprattutto quando l’errore non è semplicemente evoluzione d’uso, bensì confusione semantica che mina la chiarezza della lingua.
Uno degli esempi più eclatanti oggi è l’uso improprio di "piuttosto che".
🔹 Cosa significa davvero "piuttosto che"?
La locuzione ha valore avversativo (o comparativo di preferenza*).
Significa:
✔️ "anziché"
✔️ "invece di"
📌 Esempio corretto:
Andrei in bicicletta piuttosto che prendere l’auto.
→ Esprime una preferenza netta, non una semplice alternativa.
🔹 L’errore mediatico: "piuttosto che" come "oppure"
Sempre più spesso sentiamo frasi come:
"Possiamo andare al mare, piuttosto che in montagna, piuttosto che in città..."
Qui "piuttosto che" viene usato come se fosse una congiunzione disgiuntiva (equivalente a “oppure”).
Questo è un errore semantico e grammaticale, nato nei linguaggi pubblicitari e poi diffuso nei media.
🔹 Analisi grammaticale della locuzione
"Piuttosto" = avverbio di quantità/comparazione (indica preferenza, grado maggiore).
"Che" = congiunzione subordinante comparativa.
Insieme: formano una locuzione congiuntiva avversativa, non disgiuntiva.
🔹 Perché è un errore pericoloso
👉 Confondere "piuttosto che" con "oppure" crea ambiguità.
👉 Si perde la possibilità di esprimere una preferenza chiara.
👉 Si genera un linguaggio impreciso, soprattutto nei contesti formali.
🔸 Conclusione: la diffusione di un errore non ne garantisce la legittimità
La lingua cambia, sì, ma non può permettersi di smarrire il senso logico e semantico dei suoi strumenti.
Chi lavora con la parola — nella scrittura, nella formazione, nella comunicazione — ha il dovere di preservare il rigore, la chiarezza e la precisione.
📍 "Piuttosto che" significa anziché. Non “oppure”.
E non è una questione di stile: è una questione di senso.
*Se volessimo essere ultratecnici, potremmo dire che “piuttosto che” è una locuzione comparativa di preferenza con funzione avversativa.
In linguistica si sente spesso citare l’adagio latino “error communis facit ius”, ovvero: "l’errore comune fa legge". Ma non sempre è così.
Soprattutto quando l’errore non è semplicemente evoluzione d’uso, bensì confusione semantica che mina la chiarezza della lingua.
Uno degli esempi più eclatanti oggi è l’uso improprio di "piuttosto che".
🔹 Cosa significa davvero "piuttosto che"?
La locuzione ha valore avversativo (o comparativo di preferenza*).
Significa:
✔️ "anziché"
✔️ "invece di"
📌 Esempio corretto:
Andrei in bicicletta piuttosto che prendere l’auto.
→ Esprime una preferenza netta, non una semplice alternativa.
🔹 L’errore mediatico: "piuttosto che" come "oppure"
Sempre più spesso sentiamo frasi come:
"Possiamo andare al mare, piuttosto che in montagna, piuttosto che in città..."
Qui "piuttosto che" viene usato come se fosse una congiunzione disgiuntiva (equivalente a “oppure”).
Questo è un errore semantico e grammaticale, nato nei linguaggi pubblicitari e poi diffuso nei media.
🔹 Analisi grammaticale della locuzione
"Piuttosto" = avverbio di quantità/comparazione (indica preferenza, grado maggiore).
"Che" = congiunzione subordinante comparativa.
Insieme: formano una locuzione congiuntiva avversativa, non disgiuntiva.
🔹 Perché è un errore pericoloso
👉 Confondere "piuttosto che" con "oppure" crea ambiguità.
👉 Si perde la possibilità di esprimere una preferenza chiara.
👉 Si genera un linguaggio impreciso, soprattutto nei contesti formali.
🔸 Conclusione: la diffusione di un errore non ne garantisce la legittimità
La lingua cambia, sì, ma non può permettersi di smarrire il senso logico e semantico dei suoi strumenti.
Chi lavora con la parola — nella scrittura, nella formazione, nella comunicazione — ha il dovere di preservare il rigore, la chiarezza e la precisione.
📍 "Piuttosto che" significa anziché. Non “oppure”.
E non è una questione di stile: è una questione di senso.
*Se volessimo essere ultratecnici, potremmo dire che “piuttosto che” è una locuzione comparativa di preferenza con funzione avversativa.
Nessun commento:
Posta un commento
L′autore dichiara di non essere responsabile per i commenti inseriti nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell′immagine o dell'onorabilità di persone terze, non sono da attribuirsi all′autore, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62-2001. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da internet: qualora il loro uso violasse diritti d′autore, lo si comunichi all′autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione.