sabato 9 marzo 2013

Gli otto virus mentali, le paure che bloccano la creatività ovvero i pensieri che suscitano emozioni negative.

Più che virus bisognerebbe chiamarle "paure",  le paure bloccano la creatività e l'intelligenza.

1). “Voler essere sempre amati e approvati da tutti” 
(paura di non essere amati e di essere criticati):
Sbagliato, si sopravvalutano i mediocri e le critiche, ci si deprime e non si cresce.
2). “Essere sempre infallibili, inattaccabili e competentissimi in un singolo ambito o nel proprio lavoro (per chi fa lavori "angusti", con poche competenze) per poter essere apprezzati”
(paura di non essere stimati):
Sbagliato, ci si affida, ad una precisa abilità, si tengono lontani gli altri. Quando si sbaglia o si viene criticati ci si sente dei falliti.
Soluzione. Ampliare i propri interessi, sdrammatizzare le critiche, valutare chi ce le ha fatte e perché ce le ha fatte.
3). “Chi sbaglia e commette cattive azioni deve essere punito severamente per la sua malvagità”
(Paura degli altri e del diverso):
Oltre un certo limite il rancore sordo ci chiude in noi stessi. Diventiamo rigidi e ottusi.
Mettersi nei panni del "cattivo", ...ma non troppo.
4). “Considerare catastrofici gli eventi inattesi”
(paura degli imprevisti):
Non saper valutare la realtà, non saper cogliere le occasioni del cambiamento e invece di gestire razionalmente ci si fa cogliere dal panico.
Soluzione: Distacco e apertura, poi giocare, allenarsi a fare i "profeti" a forza di esercitarsi, ci si azzecca.
5). “L’infelicità umana dipende da cause esterne”
(paura di non farcela da soli):
Sbagliatissimo, il nostro non agire è parte delle cose che non vanno, alimentano la nostra pigrizia mentale e vigliaccheria. Troppo comodo rifugiarsi  solo nelle attività  sociali: partiti ed associazioni, dobbiamo trovare il coraggio di intervenire nelle piccole cose: riprendere "civilmente" chi non raccoglie gli escrementi del proprio cane e chi butta le cicche per terra, ma il nostro è diventato un paese incivile, da questo punto di vista. Forse, quando siamo in Italia, è meglio spostare i paletti dei nostri valori.
6). “Evitare le difficoltà piuttosto che affrontarle”
(paura dell'ignoto):
non ci si rinforza mai, non si generano risorse interne. Alla lunga si distrugge la socialità, perché i problemi spesso richiedono una coralità di azioni, la capacità di interagire con gli altri per ricevere sostegno.
7). “Bisogna affidare la vita a chi è più forte di noi, per poter essere sicuri di ricevere protezione ed essere difesi”
(Paura del potere altrui): 
Sono i cosiddetti servi di partito, presenti in tutti i partiti ed in tutte le società.
Certo se si possiede un basso quoziente intellettivo e non si ha un "carattere", o non si ha avuto l'esempio di un genitore determinato, è difficile "farsi coraggio". Si rimane passivi, deleganti, acritici, asociali.  Attenzione è il meccanismo del branco, chi è affetto da questo virus è quello che molla l'ultimo calcio alla vittima che è già a terra inoffensiva, in poche parole il Maramaldo.
8) “Non è pensabile non trovare le risposte e le soluzioni ideali per ogni problema”
(paura di vedere sfuggire la situazione di mano):
E' la sindrome del ragioniere o dell'ingegnere: il perfezionismo, se non affrontato con rapidità è devastante, i progetti si bloccano, le burocrazie s'inceppano, gli esami non si superano. Il soggetto che si è beccato 'sto virus è terribile, perché spesso non ha una visione d'insieme, si focalizza su una cosa irrilevante e non va avanti., è paralizzato.
Soluzione: fare un passo indietro, guardare le cose nel loro insieme, sacrificare alcuni passaggi non fondamentali, indossare abiti mentali più "ridanciani", alleggerire le situazioni.
Male che vada si muore, che vuoi che sia ...

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