giovedì 13 dicembre 2012

Anche se Bersani vincesse con l'51% dei consensi, nel 2013, secondo me, ci sarà un Monti Bis

L'Italia deve svecchiarsi oppure crolla del tutto. Ecco cosa scrive Bill Hemmott (il più antiberlusconiano tra gli inglesi): "... le riforme liberali da fare oggi devono essere "molto più ampie" e per raggiungere l'obiettivo Bersani "dovrà uccidere molte mucche sacre della sinistra".
La malattia cronica dell'Italia, sottolinea "è stata alimentata dalla distruzione della meritocrazia nelle università e nel settore pubblico da parte della sinistra, dal suo rifiuto di contemplare il modello scandinavo per riformare il mercato del lavoro" ed essere sempre "sospettosa del capitalismo", sospetto incarnato recentemente dalla "demonizzazione di Sergio Marchionne". Per l'autore "la grande sfida" di Bersani "è cambiare tutto questo".

Tutto ciò non sarà possibile a costo di:
  1. Imporre la meritocrazia, benché sia osteggiata dal grosso dei pubblici dipendenti che sono la spina dorsale della sinistra italiana, tranne eccezioni nell'esericto e nelle forze di polizia.
  2. La CGIL, la FIOM, i cattolici del PD sono anch'essi nemici storici del merito. Il risultato di un sindacato che fa politica si vede dai risultati: 40 anni di conflitti, in gran parte politici, non hanno portato alcun vantaggio concreto ai lavoratori. Per la conquista dei diritti basilari, Di Vittorio aveva già fatto tutto...Il resto è commistione, che è andata contro il reddito medio e il numero complessivo dei lavoratori occupati, il confronto con il sindacato tedesco è impietoso, ma illuminante.
  3. La storia ci dice che Bersani non fu in grado di completare le liberalizzazioni, basti pensare alle licenze dei tassisti.
Il risultato è che a causa della mancanza di strategia, l'uomo di D'Alema sarà costretto a seguire i dettami tattici del suo mentore

 A corroborare il tutto, Stefano Fassina portavoce per l'economia del PD,  al Financial Times (13.01.2013) svela i progetti del suo partito per governare ma anche i suoi punti deboli. Arrivato a Londra per un incontro con gli investitori (leggi poteri forti: petrolieri, banchieri, lobbies confessionali,ecc.), Fassina ha ribadito quello che da tempo è chiaro per tutti: il nemico del Pd non è Monti, ma i "populisti" Grillo e Berlusconi. Anzi, i montiani sono semmai dei potenziali alleati: "Condividiamo dei fronti comuni come l'europeismo e la necessità di alcune riforme strutturali". Tant'è che il partito di Bersani non nasconde l'intenzione, comunque vadano le elezioni di febbraio, di cooperare con il professore. Sono lontani i tempi in cui, come ricorda il "Financial Times", le idee dello stesso Fassina venivano definite dall'uomo del loden come "estremiste".

Il gruppo britannico Pearson, controlla il quotidiano Financial Times  e L'Economist (di cui Hemmott è stato direttore); Pearson è anche editore di libri di testo per l'infanzia, in Italia, proprio sugli inglesi e sulle loro ingerenze si possono fare 2 considerazioni:
  1. Il gruppo Pearson,  si preoccupa dell'anti-europeismo italiano, ma si dimentica l'antieuropeismo sostanziale dei britannici (che non fanno neppure parte dell'Euro, tanto sono disgustati dall'Europa).
  2. I britannici hanno da anni a libro paga decine di giornalisti italiani, al fine di proteggere i loro interessi nazionali. Molto probabilemente hanno ricevuto dalla CIA la delega sull'Italia.

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