mercoledì 19 dicembre 2012

A prosposito del Santo Natale

Molte cose le sapevo, ma molte altre no, per esempio che per colpa di Dionigi il Piccolo, non siamo nell'anno

2765  Ab Urbe còndita (AUC oppure a. U. c.)

 
NATALE

di

Mauro della Porta Raffo




‘Cristo è nato certamente prima di Cristo’.



Come tutti sanno, difatti, dopo – o non avrebbe avuto senso visto che l’intento era di eliminarlo - la venuta al mondo di Gesù, Erode il Grande diede il via alla terribile ‘strage degli innocenti’.



Considerato, però che il medesimo re di Giudea muore nel 4 avanti Cristo, è evidente che Nostro Signore deve essersi incarnato prima.



L’errore di datazione relativamente all’anno (è assai probabile che Gesù sia nato nel 7 a.C.) è da imputare al monaco scita – della Scizia - Dionigi il Piccolo che, rivoluzionando agli inizi del sesto secolo dell’era volgare il calendario, decise di contare gli anni non più dalla fondazione di Roma, come ancora si faceva, o, in alternativa, da Diocleziano, ma, appunto, dalla nascita del Cristo.



Quanto al giorno preciso, pressoché infinite sono le ipotesi e quasi nessuna, per converso, le certezze.



Così, fin oltre la metà del quarto secolo d.C, le diverse comunità cristiane festeggiavano i natali di Gesù in date differenti: il 6 gennaio, il 21 marzo, il 17 aprile, non dimenticando, in questi ultimi casi, che i Vangeli parlano di greggi all’aperto, cosa assai improbabile in inverno…



La Chiesa romana non sentì in proposito alcuna necessità di uniformare la festività fino a quando, in un momento di nuovo splendore del paganesimo - che celebrava proprio il 25 dicembre di ogni anno la sua più importante ricorrenza dedicando quelle ventiquattro ore al Sole Invitto o al dio Mitra (di origini anatoliche e portato nell’urbe dalle truppe che proprio in Anatolia avevano combattuto) – ai fini di sradicarlo, stabilì che in quel giorno si celebrasse la Natività.



Occorsero la bellezza di molti decenni perché anche le più lontane e sperdute comunità di credenti prendessero atto della decisione.



Visto che ci siamo, sarà utile un’occhiata anche alla cosiddetta ‘stella cometa’, quella che guida i Re Magi a Betlemme da Gesù.



Per il vero, che fosse una cometa è sostenuto per la prima volta da Giotto che, rappresentando la scena nella Cappella degli Scrovegni, a Padova, ancora stupito dal passaggio nell’anno 1300 molto vicino alla Terra della cometa di Halley, la dipinge come tale nel mentre le Scritture parlano solo di ‘una stella’ senza ulteriori delucidazioni.



Ove, davvero, si volesse pensare ad una cometa (o a qualcosa di molto simile all’apparenza), conoscendo gli astronomi le orbite di questi corpi celesti ed avendo la scienza escluso che in quei lontani anni uno di questi sia davvero transitato tanto in vista della Terra, sarebbe opportuno parlare di una ‘congiunzione (o allibneamento) di pianeti’, fenomeno visivamente simile.



Tornando al citato Dionigi, va rammentato che statuì definitivamente che Cristo era nato il 25 dicembre dell’1 dopo Cristo, che immediatamente prima si collocava l’1 avanti Cristo e che, per conseguenza l’anno zero dell’Era Cristiana non esiste.



Ciò in ragione del fatto che fino al 1202 – è così datata la pubblicazione del fondamentale ‘Liber abaci’ di Leonardo Fibonacci che lo rivela all’occidente – lo ‘zero’ era concetto ignoto in tutto il mondo romanico.



Fibonacci lo aveva appreso dagli arabi che, a loro volta, lo avevano carpito alla ‘numerazione posizionale’ indiana.

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