....Un altro mito pericoloso afferma che la concorrenza, il rispetto delle regole e la meritocrazia sono valori "anglosassoni", ai quali la nostra economia non potrà mai ispirarsi perché sono estranei al DNA degli italiani. Chi crede in questo mito giustifica l'evasione fiscale, il lavoro nero, i privilegi delle tante piccole corporazioni, il familismo, le raccomandazioni... Ed è convinto che cercare di darsi le regole giuste sia pari a una fatica di Sisifo: meglio tenerci le regole che abbiamo, magari chiudendo un occhio su chi fa il furbo. In realtà il DNA degli italiani va benissimo: quando ci troviamo in un ambiente dove le regole funzionano e vengono rispettate, le rispettiamo anche noi. Quando lavoriamo all'estero, per esempio. Quando facciamo carriera nelle grandi multinazionali, accettando la sfida della meritocrazia. Quando ci affacciamo con le nostre imprese sui mercati internazionali accettiamo e tante volte vinciamo la sfida della concorrenza. Il problema è in Italia. Perché tanti italiani non credono che le regole e la meritocrazia possano essere fatte funzionare anche da noi.
La meritocrazia è l'elemento vincente anche per nazioni meno dotate. Perché, come recita un vecchio proverbio arabo: "un esercito di leoni guidati da una pecora sarà sempre sconfitto da un esercito di pecore guidato da un leone".
Quindi anche un popolicchio come il nostro ha speranze. Purché sappia selezionare almeno 30.000 persone di valore (su 60.000.000 sono 0,05%, non dovrebbe essere difficile).
Dopo 3 anni di battaglie solitarie o a parole siamo gli ultimi dietro perfino alla Spagna.
http://www.linkiesta.it/meritometro-meritocrazia-italia-esiste-solo-parole
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