I punti salienti:
- I GIORNALI CONTINUANO A PERDERE TERRENO NEI CONFRONTI DELL’ONLINE: crolla la diffusione, quindi calano le vendite e gli abbonamenti.
- MA I SITI INTERNET NON FANNO GOLA AGLI INSERZIONISTI: dal digitale i giornali mettono in cassa solo un dollaro per ogni dieci che ottengono dalla carta, quindi non c'è una compensazione da parte del digitale.
- I LETTORI NON SONO ANCORA DISPOSTI A PAGARE PER LEGGERE LE NOTIZIE SUL WEB, che è visto come il Paese dei balocchi, del tutto gratis.
- IL “CITIZEN JOURNALISM” NON PUÒ ESSERE MESSO A SISTEMA E IL GIORNALISMO VERO RICHIEDE INVESTIMENTI E METODO, la notizia, che nel mondo della carta era un bene scarso, diventa persino troppo abbondante: si trova ovunque e con facilità. È difficile darle un prezzo e restare credibili.
- RIPENSARE STRATEGIE E MODELLI DI MERCATO: L’INGLESE “GUARDIAN” SI SPARA GLI SCOOP PRIMA SULL’ONLINE CHE SUL CARTACEO…alcuni commentatori cominciano a definire i giornali come "l'industria delle notizie del giorno prima": il digitale ha cambiato radicalmente le abitudini dei lettori e l'intero ecosistema dell'informazione.
- I protagonisti "dichiarano su Twitter" invece di farsi intervistare o di chiamare il giornalista.
- Va modernizzato il ruolo del "mediatore", di chi costruisce una comprensione del mondo per i suoi lettori. Lo spirito è quello di incoraggiare la partecipazione e costruire una prospettiva nuova. "Il giornalismo non è più una forma inerte di comunicazione da noi a voi, ma il lettore diventa membro del giornale, il giornalista è un po' regista e un po' presentatore: decide la scaletta e fa da moderatore".
- Tutte le ricerche e tutti i dati di mercato sembrano indicare che presto, negli Stati Uniti, ma anche da noi, gli smartphone e i tablet - ma anche i notebook - saranno il principale strumento di informazione per i lettori.
- È una previsione facile da fare: man mano che i costi diminuiscono e che l'adozione dei nuovi strumenti procede, la senescenza del vecchio approccio sarà sempre più evidente. La domanda è: come pagare il giornalismo?
Dall'articolo: "Alla guerra delle notizie", di Giuseppe Granieri, l'Espresso del 13 aprile 2012,
Al punto di vista del giornalista si affianca quello di chi deve raccogliere la pubblicità per il giornale
cioè il sottoscritto http://metamorfosi2.blogspot.it/2012/04/la-crisi-delle-ricerche-di-personale.html
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