sabato 14 gennaio 2012

L'arte della recitazione da Diderot a Strasberg

File:Constantin Stanislavski in Goldoni's Locandiera in 1898.jpgDenis Diderot
Langres, 5 ottobre 1713 – Parigi, 31 luglio 1784

Konstantin Sergeevič Stanislavskij




Mosca, 18 gennaio 1863 – 7 agosto 1938





Diderot, Stanislavskij, Brecht, Strasberg.
I primi studiosi della tecnica di recitazione, i primi ad intuire la necessità di istituire una "tecnica" anche nel gioco (1)  della recitazione.

Nella commedia dell'arte il padrone è il canovaccio, l'attore è libero d'improvvisare nei panni di una maschera di cui sono noti i contorni ma non i lazzi che sta per compiere.

Le sceneggiature vengono ritagliate su misura dei grandi interpreti che ormai sono  diventati, essi stessi, delle maschere.

Vedi Totò e Sordi, al limite anche Verdone (grande perché ha creato tante maschere).

"Metodo Stanislavskij"

Con la "psicotecnica" o "Metodo Stanislavskij" l'attore deve far combaciare la propria gamma emotiva con la cifra del personaggio da interpretare.
L'attore più bravo è quello che si cala meglio nella parte, quello che rinuncia a sé stesso per sciogliersi nel calco modellato dallo sceneggiatore.
Lee Strasberg fondò L'Actor's Studio su queste basi, l'attore deve avere un metodo ed una disciplina ferrei. I propri umori estemporanei non devono inficiare la recitazione, al limite lo sfogo possono averlo fuori dal set con atteggiamenti divistici o mattane varie, ma sul set si recita senza sbavature.

(Brando e De Niro)

"Metodo dello Straniamento"
Molto sottile e politico (2) è invece la concezione di Bertold Brecht che attraverso lo "straniamento  elabora la metafora dell'uomo che da una parte ha il desidero di stupirsi, di vedere le cose come per la prima volta, ma dall'altra è reso incapapace di cogliere il frutto della Felicità, in quanto è un attore che non condivide le azioni del personaggio che sta interpretando. L'uomo come coacervo di contraddizioni (Altan: vorrei sapere chi è il mandante di tutte le cazzate che faccio).
E' il tema dell'alienazione e, in parte, dell'incomunicabilità.
E' un po' il ritorno della commedia dell'arte ma non nel rielaborare le battute bensì nell'atteggiamento, l'attore è partecipe del copione con la sua individualità e al limite deve far traparire il fatto che "si dissocia da quanto sta dicendo".

(Albertazzi  e Johnny Depp )

 (1) In Francese recitare si dice jouer.

 (2) L'idea di fondo di Brecht è che spesso si aderisce per pigrizia e conformismo a dei modelli che non ci appartengono, per essere accettati e assimilati.
L'acme si raggiunge se l'attore riesce a trasmettere un'amara ironia; per alcuni critici questa recitazione è cerebrale, per pochissimi, intellettualistica. Spesso con risultati talmente meccanici che gli attori sembrano quelli della recita dell'oratorio (vedi il primo Nanni Moretti).



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