Prima ancora di parlare della TATTICA (Problem Solving) è bene parlare della STRATEGIA, che altro non è se non il nostro approccio filosofico al problema.
- Se non affronti il problema appena lo vedi, sarà lui ad affrontare te e, purtroppo, quando lo vorrà lui. Non farti prendere di sorpresa. Chi mena per primo mena due volte. Inoltre se tu non decidi saranno gli altri a decidere per te e non sarà certo quello che vuoi tu.
- Supera la pigrizia, supera la paura. Quando si agisce cresce il coraggio. Quando si rimanda cresce la paura.
- Dobbiamo fantasticare pensare per immagini e vederci già oltre l'ostacolo. Immagina puoi ;-)
VIVERE CON ELEGANZA, consiste nel capire il ruolo che i problemi possono avere nella nostra vita. Solo quando veniamo messi alla prova possiamo utilizzare quei talenti che abbiamo affinato con lo studio e con l'esperienza. Solo così
realizzeremo le nostre potenzialità, anche piccole, ma per noi l'importante è sapere che è il massimo che ci è concesso dare dalla nostra natura. In pratica è il senso della vita. Fare lo sforzo massimo non ci fa uscire il sangue dal naso, non preoccupiamoci, il cervello non è come il nostro corpo, ha risorse sempre inesplorate. Non dobbiamo agitarci come delle baccanti, sono i nostri neuroni che devono lavorare.
Fare come le anatre: immobili in superficie, ma rapidissime nel dimenare le zampette sotto il pelo dell'acqua. Solo dissimulando la fatica nascondiamo agli altri e a noi stessi le difficoltà, non ci attaccheranno gli estranei e non verremo sopraffatti dai nostri fantasmi (dialoghi interiori negativi).
Never explain never complain: arrivi in ritardo? Non dare spiegazioni (scusati soltanto). Hai subito un rovescio di fortuna? Lavora il doppio (non piangere, non frignare, tanto non farai pena ma forse schifo).
Affrontare i problemi, è l'unico modo per spazzare via i difetti del nostro carattere. La timidezza è bella perché contiene la sensibilità ma possiede anche il germe dell'insicurezza, ecco teniamoci la sensibilità e distruggiamo l'insicurezza, il pessimismo, l’orgoglio, l'egocentrismo tutte storture che ci tengono lontani prima di tutto dalle persone e quindi dai nostri obiettivi più desiderati.
L'insicurezza, il pessimismo, l’orgoglio, l'egocentrismo attraverso il dialogo interiore ci inibiscono Sono come fili spinati che ci imprigionano, li dobbiamo assolutamente tagliare prima di poter parlare di
PROBLEM SOLVING
Sono argomentazioni per gente DINAMICA che si pone degli obiettivi da raggiungere e sfide da vincere. Devi aver superato la fase della pigrizia e della paura, non sei rimasto schiacciato dai tuoi fantasmi ed ora sei più forte, inizi a progettare.
Per 30anni, dagli anni '80, c'è stata una larghissima fascia di popolazione che è stata nella bambagia, l'apatico, lo statico, il privilegiato, chi ama la vita tranquilla. Tutta gente beata, in gran parte provinciale, che non ha mai voluto problemi, se non c'è problema, non c'è problem solving, direbbe Cetto Laqualunque. Ora però i tempi sono durissimi e lo saranno di più tra 10/20 anni, 'mo so cazzi. Ci sono da ricostruire intere genrazioni di uomini.
Il problem solving in questo caso diventa un esercizio artigianale attraverso il quale elaboriamo dei piani e, per tentativi, cerchiamo di risovere i problemi.
Il tutto va filtrato dalle nostre esperienze, dal nostro vissuto, non sarebbe male sentire l'opinione di professionisti, lasciamoci pure pervadere dalle nostre emozioni POSITIVE (al bando la fifa).
Ma alla fine tutto deve passare al vaglio di una spietata analisi RAZIONALE.
1) PROBLEMA - Obiettivo
2) SOLUZIONI puntuali alternative: A,B e C.
Es.: Il piano A sarà EFFICACE (raggiungimento dell'obiettivo), il piano B è altrettanto efficace ma più EFFICIENTE (costo più basso per raggiungere quell'obiettivo).
3) ESECUZIONE rapida ed accurata del piano scelto.
4) VALUTAZIONE.
Non è altro che il Metodo Scientifico
- osservare un fenomeno - farsi delle domande
- formulare delle
ipotesi
- metterle alla prova facendo degli esperimenti
- registrare e
analizzare i dati
- Trarre delle conclusioni, pubblicare i propri risultati e passare
il tutto al vaglio della comunità scientifica.
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I problemi quando si prolungano diventano "crisi" e allora sì che c'è bisogno della saggezza di menti superiori:
La crisi secondo Albert Einstein, estratto de “Il mondo come lo vedo io”, 1934
"Non pretendere che le cose cambino continuando a fare ciò che facevi prima. La crisi può essere una vera
benedizione per ogni uomo e per ogni nazione, perché
tutte le crisi portano progresso.
La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalle tenebre della notte. È dalla crisi che scaturiscono
inventiva, scoperte e grandi strategie.
Chi supera la crisi, supera se stesso senza essere superato.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.
La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza.
L'inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita.
Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non c'è merito.
È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze.
Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro.
Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa,
che è la tragedia di non voler lottare per superarla.”
Einstein diceva:
«Ecco le mie tre regole che ho sempre seguito:
1) Esci dalla confusione, trova la semplicità;
2) Dalla discordia, trova l’armonia;
3) Nel pieno delle difficoltà risiede l’occasione favorevole».
Non c'è problema.
RispondiEliminaMio padre diceva sempre: "i problemi li ha chi se li crea"
Per quanto riguarda la prima parte, cioè la strategia, penso che
"non farsi prendere di sorpresa" sia impossibile, per quanto cerchiamo di vedere il problema a 360° ci sarà sempre qualcuno che vede una cosa che noi non abbiamo colto, alla quale non abbiamo pensato. L'importante è reagire nel modo giusto tipo: "sai che da questo punto di vista non l'avevo visto, ci penserò e ti farò sapere..." Altrimenti rimane in te la paura di non aver visto tutto e quindi venire colti di sorpresa significa aver paura, non averla superata.
Chi mena per primo mena due volte non mi piace, è sempre una lotta e una paura che rimane dentro.
Piuttosto parlerei di collaborazione, comunque lavoriamo con gli altri e non contro gli altri.
Queste idee secondo me nascono da questo mondo distorto, fatto al contrario di ogni buon senso e senza senso comune, con il quale hanno cercato di fregare tutta la nostra generazione parlo di quella degli anni '60.
Vederci già oltre l'ostacolo è quello che in psicologia si chiama "speranza fondamentale" e bisognerebbe averla, chi non l'ha innata dovrebbe lavorarci sopra.
Nella parte vivere con eleganza fare come le anatre secondo me è sbagliato.
Perché non dobbiamo nascondere a nessuno, specialmente a noi stessi, le nostre difficoltà perché è come non voler affrontare il problema, quindi non riusciamo a liberarcene.
Io non credo che se gli altri ti vedono affaticato cercano di affondarti, dipende sempre dal rapporto che abbiamo con loro, ripeto che la collaborazione è sempre il metodo migliore, certo non possiamo farlo con tutti, ma con le persone giuste si.
Sono invece molto d'accordo sul non dare spiegazioni, quando dai troppe spiegazioni sembra che ci stia arrampicando sugli specchi, infatti, di solito, quando lo facciamo è perché ci sentiamo in colpa, secondo me dietro c’è sempre un risvolto nel quale stiamo cercando di mentire anche a noi stessi.
Teniamoci la sensibilità e distruggiamo l’insicurezza è un obiettivo che chiunque di noi dovrebbe avere, ed è bellissimo.
Il pessimismo, l’orgoglio, l’egocentrismo sono tutte torture che ci tengono lontani da noi stessi, più che dagli altri, e quindi ci tengono lontano dai nostri desideri, non dagli obiettivi desiderati. Perché i nostri desideri e i nostri sogni sono la vera ricchezza, il vero obiettivo che vorremmo raggiungere.
L’insicurezza, il pessimismo, l’orgoglio, l’egocentrismo, sono come fili spinati che ci imprigionano, non sono d’accordo che sono assolutamente da tagliare, secondo me sono da conoscere ed accettare perché sono parte intrinseca dell’uomo e non possiamo liberarcene, ma dobbiamo conviverci e combattere tutti i giorni. Solo accettando questa nostra condizione oggettiva possiamo superare i nostri fantasmi.
Forza e coraggio, ce la possiamo fare.
Anzitutto grazie per le sue garbate critiche. Venendo al dunque:
EliminaQuando dico di "non farsi prendere di sorpresa" intendo prevenire, e questo non è impossibile, anzi è doveroso.
Nello stesso senso va intesa la locuzione per lei troppo "cruenta": chi mena per primo mena due volte.
Vivere con eleganza, dissimulando la fatica e le difficoltà è una cosa che solo i capi possono capire, perché solo chi deve gestire un'azienda sa che l'attività decine di volte rischia di saltare e un capo che si fa prendere dal panico induce i talenti a cercarsi un'altra occupazione e a chi non può fuggire a farsi prendere dallo sconforto e dalla depressione e quindi a lavorare male.
Non avevo invece capito completamente il senso del motto della nobiltà inglese, grazie per aver sviluppato correttamente questo aspetto, è vero: excusatio non petita accusatio manifesta.
Poi sul fatto che dobbiamo imparare a conoscere i nostri fantasmi per metterli in quarantena, non ci piove: prima consocerli e poi, possibilmente rimuoverli, con l'antivirus ;-)