Ma è il "Dialogo della Moda e della Morte" uno dei testi più incisivi di Leopardi proprio sul tema della vanità (vedi link in fondo).
In questa operetta morale, la Moda si presenta come sorella della Morte, rivendicando lo stesso potere distruttivo. La Moda rappresenta perfettamente la vanità umana perché:
- Come la vanità, modifica e "corrompe" continuamente la natura
- Spinge gli esseri umani a pratiche dannose e persino mortali per apparire (come il corsetto che Leopardi cita)
- È caratterizzata dalla stessa futilità e transitorietà della vanità
- Conduce gli uomini alla rovina fisica e morale, proprio come la morte
La genialità di Leopardi sta nell'aver personificato la vanità nella figura della Moda, mostrandola come una forza distruttiva quanto la Morte. Le due "sorelle" collaborano infatti alla rovina dell'uomo: la Moda attraverso la vanità spinge gli esseri umani a pratiche autodistruttive, preparando così il lavoro della Morte.
La MODA come forza sociale di un atteggiamento individuale VANITÀ.
È particolarmente significativo come Leopardi mostri che la vanità (attraverso la Moda) non sia solo un vizio individuale, ma una forza sociale che plasma costumi e comportamenti, arrivando persino a modificare i corpi delle persone. La vanità diventa così un potere quasi tirannico che, paradossalmente, gli esseri umani seguono volontariamente verso la propria rovina.
Sicuramente è il testo dove Leopardi mostra più chiaramente come la vanità sia una forza distruttiva pari, se non superiore, alla paura della morte.
Gogol, specialmente in opere come "Il Naso" e "Le Anime Morte", usa la satira per smascherare la vanità della società russa. I suoi personaggi sono spesso mossi da un desiderio ossessivo di status sociale e riconoscimento, portandoli a comportamenti assurdi e grotteschi.
Entrambi hanno colto come la vanità sia una forza motrice fondamentale del comportamento umano, ma l'hanno esplorata con stili molto diversi: Leopardi con una visione filosofica e pessimistica, Gogol attraverso la satira e il grottesco.
La loro analisi della vanità come motore delle azioni umane rimane sorprendentemente attuale.
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