Ero sempre felice. Ero felice quando giocavo a biglie, e vincevo tanto, anzi tantissimo.
Arrivai alla scuola elementare Lattre de Tassigny, in rue de la Gaîté con una decina di biglie dozzinali e nel giro di un paio d'anni ne misi insieme oltre cinquecento, bellissime e coloratissime, tra queste c'era anche la mia preferita. Una biglia "magica", l'avevo vinta giocando con i miei amichetti durante le ore di ricreazione, era di dimensione doppia rispetto alle altre. Aveva un arzigogolato arabesco arancione immerso nel vetro trasparente che le tante battaglie nel piazzale della scuola avevano appena intaccato.
Ah le mie biglie, le tenevo in un sacchetto di stoffa bordeaux ed ero sempre lì a contarle. Le avevo tutte strappate aux copains, le più belle ai borghesi, profumate ancora di acqua di colonia, le più strane ai popolani. Queste ultime in genere erano le sfere di acciaio dei cuscinetti dei camion, oppure vecchie di una decina di anni e di ceramica colorata.
Mi ritorna sempre forte il ricordo dell'odore del carbone coke che usciva dalle cantine. Sì perché c'era ancora molta gente, specie chi abitava nelle unifamiliari, che usava le stufe a carbone. Eravamo sul finire degli anni '60 e le stufe a carbone servivano anche per le cucine ambulanti delle vecchie bretoni che agli angoli delle strade preparavano le crêpes. Erano enormi e venivano condite solo con una spolverata di zucchero e servite in cartocci di carta paglia. Il mescolarsi dell'odore del carbone e quello delle crêpes mi faceva impazzire di gioia. Erano ancora lontani i tempi delle contaminazioni tra crêpes e Nutella.
Ero felice quando giocavo con i mei amichetti con i micro soldatini in plastica. I nostri preferiti erano i sudisti e di nordisti, li acquistavamo in scatole di cartone colorato e li staccavamo dai loro fili di plastica. Creavamo i nostri fortini con le cassette della frutta, il sottile legno di pioppo imitava perfettamente le palizzate di Fort Apache. Lo spazio in cui avvenivano le battaglie era costituito da vasche rettangolari riempite da sabbia di mare, queste "vasche " si trovavano al centro del prato che separava i quattro palazzi del condominio di rue du Bac n.1.
Ero felice (continua)
Magasin du Printemps sur le boulevard Haussmann
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